Le rose d’inverno sono un sentiero attrezzato (EEA) presente in val Rosandra, comune di San Dorligo della Valle provincia di Trieste, creato dal circolo “Gruppo montagna” dell’Italsider di Trieste, in particolare da Ettore Tommasi, per insegnare le più comuni tecniche di approccio alla ferrata e presenta per questo tratti a diversa difficoltà. Oltre alle Rose d’Inverno, nella stessa zona, c’è anche il sentiero attrezzato Biondi, che permette di raggiungere vie di roccia che insistono sullo stesso ciglione carsico.
Per affrontare le Rose d’Inverno è necessaria tutta l’attrezzatura da ferrata:
l’imbrago, il kit con il dissipatore e il caschetto (in quanto la zona è carsica
ed è soggetta a caduta sassi).
Ora la manutenzione viene effettuata dal CAI che la frequenta regolarmente con i suoi corsi.
L’avevamo già affrontata in passato, anche lo scorso anno, ma questa volta ci siamo trovati di fronte ad importanti lavori di ristrutturazione. Oltre alla
sostituzione di tutti i cavi di sicurezza la vecchia scala che permetteva il
superamento del tratto iniziale è stata rimpiazzata da una scala a pioli. Ne
parleremo più avanti.
Per raggiungere la ferrata delle rose d’inverno bisogna raggiungere la strada che porta all’abitato di Basovizza. Anziché addentrarci per l’abitato al bivio si tiene la destra, seguendo la strada che porta al valico di Pesek. Poco più avanti, sulla destra si troveranno le indicazioni per la foiba di Basovizza. Superata la foiba sempre sulla destra si trova un parcheggio con i posti auto divisi da dei tronchi e dove possiamo lasciare la nostra auto. Da qui si prosegue per il sentiero CAI 49A indicato dai dei segnavia di colore bianco e rosso. L’imbocco del sentiero non è molto visibile ma lo troviamo dall’altra parte del parcheggio ed è segnalato da una roccia con il segnavia.
Proseguendo per il sentiero, dopo un breve tratto pianeggiante, iniziamo un
percorso attraverso la boscaglia che ripidamente ci conduce all’attacco della
via ferrata. Bisogna fare particolarmente attenzione al tratto iniziale della
discesa che, nel caso di precedenti piogge, potrebbe risultare un po’ scivoloso.
In qualche minuto ci ritroviamo presso un’area bivacco attrezzata dove possiamo scorgere la cavernetta della trincea (492).
Abbiamo approfittato della presenza di questa area bivacco per indossare l’imbrago e preparare l’attrezzatura per poi affrontare la ferrata.
Per arrivare all’attacco delle Rose d’Inverno si deve proseguire ulteriormente fino ad arrivare ad un’altra area bivacco dalla quale parte la scala a pioli che segna l’inizio del percorso attrezzato. In alternativa, qualche metro più a destra, è presente un altro cavo mediate il quale si può saltare il tratto della scaletta.
Da qui si prosegue con vari spezzoni di ferrata, segnalati da numeri progressivi e che si differenziano sia per difficolta che per tipologia. All’inizio di ogni spezzone c’è la possibilità di effettuare un percorso alternativo, una sorta di via di fuga, che consente di saltare quel determinato pezzo e di raggiungere il blocco successivo.
La placca è uno dei momenti più difficili di tutta la ferrata: anche se presenta qua e la qualche appoggio risulta essere piuttosto scomoda da percorrere. Al termine della stessa uno spigolo chiude la sezione.
Tra una sezione e l’altra lo spettacolo è impagabile e permette di riprendere fiato rimandone senza al contempo.
rrivando in cima si viene ripagati di tutta la fatica. Il panorama è spettacolare: da un lato si vede la val Rosandra con la sua cascata e la chiesa di Santa Maria in Siaris, mentre dall’altro il mare e Muggia. La montagna che abbraccia il mare.
Non solo tecnica e panorama, si può infatti godere della tipica flora e fauna del carso triestino che in questa gallery potete vedere.
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