Ieri i nostri baldi diversamente congiunti, incuranti delle pessime previsioni meteo si sono avventurati in un altro posto di Trieste, magnifico ma da noi sottovalutato in passato, il faro della Vittoria.
In questo periodo, per poterlo visitare vi consiglio la prenotazione in modo da essere certi di poter salire.
Il faro risulta dotato anche di ascensore quindi non devono spaventare di certo i 250 gradini che conducono alla balaustra panoramica, dalla quale il panorama a 360 gradi su Trieste ricompensa la fatica. Ulteriore consiglio, se la giornata risulta non caldissima oppure ventilata, una volta raggiunta la terrazza panoramica si soffrirà un po’ il freddo, quindi vestirsi in modo un po’ più pesante.
Alcune nozioni storiche, il faro della Vittoria venne costruito appena finita la prima guerra mondiale quando ci si accorse che la lanterna, il faro che ora si vede al l’esatto opposto del golfo, di dimensione molto più contenuta e facente parte del comprensorio del pedocin non risultava più essere sufficiente alle esigenze del porto di Trieste. Il faro della Vittoria venne inaugurato nel 1927 da Vittorio Emanuele III. Il progetto è dell’architetto Arduino Berlam, famoso per aver realizzato la scala dei Giganti, la sinagoga di Trieste, il palazzo della Ras, oggi sede dell’Hilton, e il palazzo rosso delle Generali.
Il faro è stato costruito nella parte superiore in pietra d’Istria mentre in quella inferiore in pietra carsica.
Sulla sommità, sopra la gabbia in rame e cristallo che protegge l’elemento illuminate del faro, troviamo una vittoria alata le cui ali sono state progettate in modo da porre meno resistenza alla bora.
Alla base del faro troviamo la statua del marinaio ignoto e l’ancora del cacciatorpediniere Audace il quale fu la prima imbarcazione italiana ad approdare a Trieste nel 1918.
L’imponenza del faro e la sua struttura lascia a bocca aperta ma ancora di più la magnificenza della vista dalla terrazza panoramica.
Ci torneremo sicuro, con una giornata più serena, in quanto la vista è stata impagabile.
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